Prestiti tra privati: attenzione alle truffe

La grande crescita dei prestiti tra privati, noti anche come Peer-to-peer o social lending, va vista sicuramente con soddisfazione dai consumatori, in quanto aggiunge una freccia al loro arco quando si tratta di cercare soluzioni creditizie.

Va però sottolineato come quando ci si accosta alle piattaforme che lo offrono occorre fare estrema attenzione. Nel corso degli ultimi anni, infatti, è andato aumentando in maniera esponenziale il numero di truffe che sono architettate proprio prospettando prestiti tra privati che invece nascondevano esclusivamente la voglia di estorcere soldi a utenti alla ricerca di finanziamenti convenienti. Il grimaldello per ingannare le persone utilizzate sono contratti falsi in cui, società non autorizzate ad operare in tale veste vanno a stipulare accordi l’unica finalità di farsi pagare un anticipo o spese di istruttoria senza poi concedere alcun prestito.

 

I segnali

Il ritorno dei giovani italiani nei campi è ormai una realtà

Le difficoltà sempre più notevoli proposte dal mercato del lavoro a coloro che hanno tra i 18 e i 40 anni, hanno spinto sempre più persone ad optare per un ritorno nei campi, anche In italia. Si tratta di un fenomeno sempre più ampio, osservato con naturale curiosità da una società che con la rivoluzione industriale e il boom economico aveva visto spopolarsi i campi a vantaggio degli uffici e delle fabbriche posizionate nelle grandi aree urbane del Paese.

Una evoluzione che è peraltro stata accompagnata dalla leva creditizia, con un notevole aumento dei prestiti in favore dei giovani che scelgono questa strada. 

Nel corso del 2017, però, era stato osservato come le banche tendessero a negare prestiti alle imprese guidate da giovani agricoltori con un ritmo molto più elevato di quello riservato alle altre aziende agricole:

Crediti incagliati quasi a quota 80 miliardi

Quello dei crediti incagliati è un notevole problema per il sistema bancario tricolore. Nella pancia degli istituti creditizi del nostro Paese, infatti, giacciono quasi 80 miliardi di debiti che difficilmente le banche potranno riscuotere. Crediti concessi a clienti che non sono riusciti a ripagare il piano di rientro concordato a livello contrattuale e che vengono quindi immessi in pacchetti da vendere in blocco. 

In gergo bancario sono chiamati crediti «unlikely to pay», in italiano «inadempienze probabili», e rappresentano i finanziamenti verso aziende che si trovano in difficoltà finanziaria più o meno ampia. Non ancora decotti, come quelli che le banche catalogano alla stregua di «sofferenze», ma neanche sani. In pratica le aziende che dovrebbero ripagarli sono ancora in vita e a volte in grado di risanarsi con il trascorrere del tempo. Nel corso del 2018, ad esempio,

Il risparmio degli italiani continua a crescere

Mentre imperversano le polemiche sui conti pubblici, l’Italia si scopre sempre più liquida. In base agli ultimi dati forniti da Bankitalia a fine 2018 sui conti correnti delle banche italiane sono presenti quasi 1.400 miliardi di euro. Un dato enorme e sorprendente, se si considera che questo stock di valuta ha subito un aumento di circa 300 miliardi dal 2008, anno in cui è scoppiata la crisi dei mutui Subprime, con conseguente gelata dei consumi.

Si tratta di un dato abbastanza stupefacente, soprattutto alla luce del fatto che per effetto delle politiche monetarie della Banca Centrale Europea, i tassi di interesse sono praticamente bloccati da anni su livelli prossimi allo zero. In pratica chi mette soldi su un conto corrente deve rassegnarsi a vederne il deperimento nel corso degli anni, alla luce del fatto che detenerne

 Mutui, ora è più conveniente il tasso variabile

Gli italiani che contraggono mutui per l’acquisto della casa, da sempre scelgono il tasso fisso. Una decisione che era del tutto logica nell’epoca in cui il nostro Paese era preda di una spirale inflazionistica molto alta, ma che nel corso degli ultimi anni ha via via perso di senso. Ormai da anni, infatti, le scelte di politica monetaria della Banca Centrale Europea hanno portato il costo del denaro a zero o quasi.

In base alle rilevazioni degli ultimi anni, il 90% dei mutui erogati nel periodo preso in considerazione è a tasso fisso; il restante 10% va a dividersi tra mutuo a tasso variabile, tasso variabile con CAP (in cui il tasso di interesse non può salire oltre un determinato valore) e misto.

Un controsenso, in quanto secondo molti analisti, proprio il perdurare dei tassi a livelli

I Sistemi di Informazioni Creditizie: cosa sono?

Quanto volte nella nostra casella di posta elettronica arrivano comunicazioni da parte di sedicenti società che promettono di poter far cancellare il nostro nome dai Sistemi di Informazioni Creditizie? Ormai è una consuetudine di anni, che fa leva su un dato di fatto incontrovertibile, l’iscrizione di milioni di italiani in qualche elenco di cattivi pagatori. Considerato come siano solo dieci milioni coloro che non hanno macchie sul proprio merito creditizio, chi manda queste comunicazioni sa di avere moltissime probabilità di inviarle ad un consumatore gravato da problemi nel reperimento di prestiti.

I SIC sono sistemi approntati per poter offrire un servizio informativo a banche e finanziarie, segnalando il nome di chi può essere accettato come cliente e di chi invece deve essere preso con le molle, in quanto nel suo passato ha già avuto problemi a ripagare un