Prestiti tra privati: attenzione alle truffe

La grande crescita dei prestiti tra privati, noti anche come Peer-to-peer o social lending, va vista sicuramente con soddisfazione dai consumatori, in quanto aggiunge una freccia al loro arco quando si tratta di cercare soluzioni creditizie.

Va però sottolineato come quando ci si accosta alle piattaforme che lo offrono occorre fare estrema attenzione. Nel corso degli ultimi anni, infatti, è andato aumentando in maniera esponenziale il numero di truffe che sono architettate proprio prospettando prestiti tra privati che invece nascondevano esclusivamente la voglia di estorcere soldi a utenti alla ricerca di finanziamenti convenienti. Il grimaldello per ingannare le persone utilizzate sono contratti falsi in cui, società non autorizzate ad operare in tale veste vanno a stipulare accordi l’unica finalità di farsi pagare un anticipo o spese di istruttoria senza poi concedere alcun prestito.

 

I segnali da tenere in considerazione

 

Capire se l’interlocutore è un truffatore non è semplicissimo, ma si può procedere adottando accorgimenti in grado di ridurre i pericoli. In particolare si consiglia di:

1) stare lontani da chi chiede spese anticipate o interessi prima della stipula del contratto;

2) girare al largo dalle comunicazioni che arrivano sulla casella di posta elettronica, spesso caratterizzate da un italiano traballante, dovuto al fatto che i proponenti sono stranieri;

3) verificare che la controparte sia in possesso delle autorizzazioni ad operare sul mercato creditizio, accertandosi che il suo nome compaia sull’albo gestito da OAM (Organismo di controllo degli Agenti e dei Mediatori) e su quello gestito da Banca d’Italia.

Si consiglia infine di tenersi alla larga da quelle piattaforme le quali propongono tassi di interesse molto elevati. Il vero social lending, infatti, si caratterizza proprio per i TAEG contenuti, tanto che di recente Younited Credit, società transalpina da poco sbarcata in Italia, ha addirittura portato avanti l’esperimento dei tassi negativi. Un esperimento che ha avuto largo successo prospettando piani di rientro in cui le cifre da restituire alla fine dell’ammortamento sono addirittura inferiori a quelle che sono state concesse. Il tasso di interesse proposto all’inizio dell’anno, ad esempio, è andato ad attestarsi su un clamoroso -1,5%, calamitando il favore di un gran numero di consumatori.